>> bio MARIO DONDERO e ROLAND TOPOR








MARIO DONDERO
Roland Topor
“L’uomo che rideva”
Omaggio ad un artista amico di Werner Herzog

a cura di Vito Panico
presentazione di Massimo Puliani (nella foto con Dondero)



Biografia
Mario Dondero, figura leggendaria del fotogiornalismo italiano, nasce a Milano nel 1928. Dopo aver partecipato giovanissimo alla lotta partigiana in val d'Ossola pubblica, nel 1951, il suo primo articolo su Il Lavoro Nuovo di Genova. Collabora successivamente con l'Unità, Milano Sera, Le Ore, ma è solo frequentando l'ambiente milanese della metà degli anni '50 (bar Giamaica con i suoi artisti, scrittori e fotografi come Alta Castaldi, Ugo Mulas, Carlo Bavagnoli, il giovanissimo Uliano Lucas, Luciano Branciardi) che inizia la sua attività di "comunicatore per immagini", interpretando il motto di Walter Benjamin: una foto vale 1000 parole.
Alla fine degli anni '50 si trasferisce a Parigi, dove collabora con Le Monde, Le Figaro, Le Nouvel Observateur; diventa amico di molti artisti, scrittori e intellettuali francesi di cui esegue ritratti, come Roland Topor, Armand Rapopor, Claude Mauriac, Daniel Pennac,]ashar Kemal, Eugene Ionesco, Jean Paul Sartre, Jean Genet ecc.
Nel 1985 vince il Premio Scanno per un reportage fotografico sul mondo del lavoro, pubblicato su Le Monde e L'Illustrazione Italiana.
A metà degli anni '80 si trasferisce a Fermo, da dove continua la sua collaborazione col Venerdì di Repubblica, il settimanale Diario, Il Manifesto.
Di recente è stata presentata una sua mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini, con particolare riferimento alle foto sul set de “La ricotta” e agli amici di Pasolini, dalla Morante alla Betti a Siciliano a Moravia. Da qui un prestigioso catalogo “Scatti per Pasolini” curato da Elena Dondero e Massimo Raffaelli (ed.5 Continenti Editions, Milano 2005)
Anche su Roland Topor (Parigi, 1938-1997), artista poliedrico ed indipendente, è stata realizzata una mostra e un catalogo (ed. Grapho 5, 2006).
Il Comune di Roma ha in programma in Aprile una prestigiosa personale di Mario Dondero.











Roland Topor (dal sito http://www.inmostra.net/piemonte/topor/main.html)
artista francese Rolan Topor (Parigi 1938-1997) celebre in tutto il mondo per la sua attività multiforme di ricercatore e sperimentatore di linguaggi nell'ambito dell'arte figurativa.
Nato a Parigi da genitori polacchi, Topor si distingue come creatore narrativo per immagini dallo stile originale e trasgressivo - è curioso notare che la parola "topor" significa in polacco "ascia" - attivo nei campi più svariati dell'espressione figuirativa nella quale infondeva carattere umoristico e dissacrante: dalla pittura all'illustrazione, dall'incisione alla fotografia, dalla scultura alla scenografia teatrale, dal cinema alla musica, dalla letteratura alla televisione."Topor non si occupa veramente dell'inconscio - spiegano i curatori della mostra Alberto e Gianmaria Giorgi - ma dell'inaccettabile.La sua fantasia dissimula con crudezza la globalità strana del mondo.Nulla gli è estraneo ma il mondo intero è al di là del percettibile, perchè quello che sembra più evidente , più banale - la morte, la sofferenza - in realtà non lo sono."
La mostra di Torino presenta 210 opere di Topor, provenienti da collezioni private, allestite nei 700 metri quadrati dello spazio per le esposizioni temporanee del Museo dell'Automobile.Una ricca panoramica del suo lavoro, ricca di elementi inediti, come i dipinti, che sono esposti per la prima volta a Torino, disegni, dipinti "a la bombe" (realizzati con bombolrtte spray), linografie, litografie, fotografie, collages disegni realizzati da "photo detournées" (foto scontornate), "photomorphoses" (ingrandimenti fotografici su fotoimmagini "deturnées" con intervento di disegno e china e tempera), sculture con il neon, manifesti.
Una sezione è dedicata alle immagini dell'artista atraverso fotografie, libri, riviste e ai lavori per il teatro, cinema e la televisione con proiezioni e video.
Nella sua opera, frutto di una vita indipendente da committenze continuative e da conformismi di ogni tipo, sempre a contatto umano ed artistico con personaggi del mondo dell'arte e della cultura internazionale, emergono affinità e richiami ad alcuni dei movimenti artistici del novecento quali l'esperienza Dada, la derivazione Cobra, il lavoro con Fluxus, le esperienze dei pittori gestuali, la trasgressione della Body-Art, l'ironia della Pop Art e, alle radici, la conoscenza della grande illustrazione didascalica dell'ottocento: il tutto condito da umorismo nero e da amore per la libertà."per guadagnare da vivere - affermava Topor - io non dispongo che dei prodotti derivati dalla mia paura. (...).La realtà in sé è orribile, mi dà l'asma - spiegava l'artista citando Cioran - La realtà è insopportabile senza gioco, il gioco consente una immagine della realtà.Io non posso perdere il contatto con la realtà, ma per sopportarla ho bisogno di questo gioco astratto che mi permette di trovare quello che può essere ancora umano".Il campo dell'indagine dell'artista è dunque l'uomo con le sue frustrazioni nella società e quindi l'irrealtà delle situazioni quotidiane, l'allucinante e l'assurdo che diventano normalità sono rappresentati con la perversione del realismo, la crudeltà della verità, l'inquietudine dell'ironia più dissacrante.
Numerosi musei internaionali hanno ospitato personali dedicate a Topor e tappe importanti sono state lo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1975, Centre Pompidou di parigi nel 1976 con una esposizione itinerante , nel 1984 lo Stadmuseum di Monaco, il Moderna Museet di Stoccolma, nel 1986 Palazzo reale di milano, nel 1995 a napoli presso l'Institut Fran@ais de Naples l'ultima mostra vivente l'artista.
Le riviste umoristiche e letterarie alle quali collaborò con illustrazioni e testi furono numerose, ma mantenne rapporti continuativi soltato con le prestigiose testate americane "Nwe York Times" e "Newyorker".
Per quanto riguarda gli interventi di Topor in settori diversi dall'arte figurativa si ricordano, tra le numerose testimonianze, il film "Il pianeta selvaggio" realizzato nel 1972 con René Laloux che vinse il Premio speciale della Giuria al Festival del Cinema di cannes; il film "L'inqulino del terzo piano" con la regia di Roman Polanski nel 1976 tratto dal suo romanzo "Le locataire chimérique" ("L'inquilino stregato" scritto nel 1964); i disegni per lanterna magica del film "Casanova" di Federico Fellini nel 1975; il film "Marqis" nel 1989 in collaborazione con Henri Xhonneaux.In veste eccezionale di attore inoltre partecipò ad alcuni famosi film quali "Nosferatu" di Werner Herzog nel 1977, "Un amore di Swann" di Volker Schlondorff nel 1984, "tre vite una sola morte" di Raoul Ruiz nel 1995 insieme all'amico Marcello Mastroianni.
Per sottolineare questa passione di Topor per il cinema, il Centrte Culturel Français di Torino presenta dal 7 al 10 gennaio 1998 presso la sede (Via Pomba 23) una rassegna dedicata ai film a cui collaborò l'artista.
Nell'ambito della mostra è presentato al pubblico, in visione continua, il film documento "Les reves de Topor" realizzato da Gerhad Thiel nel 1994 (Francia/Germania, 52min.) che offre una testimonianza diretta ed emozionante, nella forma del documento immaginario tra realtà e fantasia, della poetica e del mondo artistico.
Il catalogo edito da Lindau contiene i testi critici di Alberto Giorgi, Gianmaria Giorgi, e Raffaele Palma, le schede e le immagini di tutte le opere, apparato biografico e bibliografico.
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